Un piccolo comune ha pubblicato nella sezione “Albo pretorio”, presente nella homepage del sito istituzionale, nell’area “storico atti”, una determinazione contenente i dati personali, anche sulla salute, il codice fiscale, il codice IBAN, la data e il luogo di nascita, dei soggetti interessati, a percepire un contributo economico, con precisazione della somma, per agevolare i trasferimenti di minori sottoposti a trattamenti chemioterapici/radioterapici o dialitici e/o comunque in terapie salvavita continuative. Dall’istruttoria condotta dall’ufficio del garante per la privacy è inoltre emerso che il comune non aveva provveduto a . . .
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