L’Autorità Nazionale Anticorruzione è tornata ad occuparsi della tutela del dipendente pubblico che segnali presunte condotte illecite (whistleblower).
Relativamente a due distinti procedimenti, l’Autorità ha concluso che il dipendente che viene licenziato per ragioni estranee alla segnalazione non è tutelabile. L’accertata assenza del carattere ritorsivo del trasferimento d’ufficio del dipendente, o del licenziamento successivo, fanno - dunque - decadere ogni presupposto per comminare sanzioni nei confronti dell’amministrazione.
In uno dei due casi esaminati, il whistleblower aveva segnalato ai Carabinieri presunti illeciti, ascrivibili al reato di truffa, commessi dall’ente presso cui lavorava. A . . .
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